Le massicce costruzioni megalitiche di forma tronco-conica chiamate nuraghi, tipiche del periodo nuragico, sono, presenti in tutto il territorio sardo in circa 7000 esemplari. La funzione dei nuraghi è rappresentata dalla distribuzione varia e dalla dislocazione sul territorio, dalla pianura alla sommità dei colli, e nelle dimensioni. Con ogni probabilità i nuraghi collocati in cima ai colli dovevano essere destinati alla sorveglianza dei campi e degli armenti da una posizione sicura e funzionale, o forse avevano uno scopo militare e strategico.
Nureci è ricca di Nuraghi, di seguito l'elenco dei Nuraghe presenti su tutto il suo territorio:
- Nuraghe Urielli
- Nuraghe Piccinu
- Nuraghe Pranu Domus
- Nuraghe Scala Cossu
- Nuraghe Armas
- Nuraghe Simpei
- Nuraghe Is Murtas
- Nuraghe Is Procilis
FOCUS
Etimologia di Nuraghe
Il nome stesso, che questi superstiti monumenti attraverso tanti secoli hanno conservato nella lingua sarda, conferma la mia opinione. Nur in tutte le lingue orientali significa fuoco, ed è lo stesso che dire casa o abitazione, perché vi si accendeva il fuoco per gli usi domestici. Ner, nir, nor che appartengono a questa radice, hanno lo stesso significato naturale, ed in senso traslato famiglia, schiatta, gloria, ciò che esprime stato florido e permanente di una casa.
Nel senso di famiglia e di gloria domestica fu pure adoperata la voce Nir nel libro dei Numeri (XXI, 30). Tutti i nomi propri che si trovano nella lingua ebraica, formati da questa radice, hanno il significato di luce, di splendore, o di fama che dovevano arrecare alla famiglia.
Il significato dunque letterale della voce Nuraghe non è altro che fuoco grande, casa grande, detta così, per eccellenza, da nur(fuoco) ed hag o hagah (grande, amplus, magnus), oppure hag(tectum), casa coperta a culmine. Erano le case dei grandi per distinguerle dalle capanne, dagli alberghi o casupole che stavano nel circuito, appartenenti alla stessa o diversa famiglia. Tutti i nomi sardi locali che derivano da questa radice, e che sono ancora presenti in Sardegna, non sono che denominativi di pertinenza. Così Nuragugume, Nurallau, Nuraminis, Nureci e molti altri, non significano altro che fuoco o casa di Agugumen (grande e pio), di Allai (alto), di Amin(fedele), di Echi (sincero), e via discorrendo.
Lo stesso significato hanno le voci ebraiche Har, Hor (fuoco, splendore) letteralmente, e per traslato casa, famiglia, mansione. Così Ur, che era la patria di Abramo, sopra la quale i Rabbini hanno fabbricato tanti ridicoli commenti, non era altro che la casa o famiglia da cui Dio lo chiamò (Gen. XII, 1). Così pure quando Mosè dice di Aranche era morto in terra nativitatis suae, in ur Chaldaeorum (Gen. XI, 28), per Ur intese significare la casa propria. Da questa radice sono formati molti nomi dei villaggi che abbiamo in Sardegna, fin da quella remota antichità, come Uras, Uri, Orani, Orgosolo, Orosei, Oroteddi, Ortigiada, Oruni, e molti altri. Tutti questi nomi di villaggi, ed altri che appartengono a regioni, sono nomi locali dei primitivi coloni caldei o cananei, coetanei ai nuraghi, che vennero dopo la dispersione dei popoli, cioè nelle prime trasmigrazioni che fecero dopo il diluvio a popolare la Sardegna.
di Giovanni Spano