Recinto megalittico

Data di pubblicazione:
22 Maggio 2019
Recinto megalittico

Dal VIII sec. al 1410, Nureci apparteneva alla Curatoria di Parte Valenza nel Giudicato di Arborea con le Ville di Assolo, Asuni, Barbariana, Genadas, Genoni, Laconi, Mogorella, Nuragus, Nurallao, Ruinas, Senis e Valenza. Il 4 aprile 1297 il papa Bonifacio VIII, per ostacolare i Pisani e i Genovesi, in lotta per il possesso dell’Isola dopo l’espulsione degli Arabi, infeuda un guelfo, Giacomo II d’Aragona del Regno di Sardegna e Corsica.
Negli anni dal 1323 al 1326 aveva luogo la conquista aragonese dell’isola da parte dell’Infante Don Alfonso detto il Benigno, che introduceva in Sardegna un sistema feudale di tipo spagnolo. Attuando una divisione del territorio, assegnarono numerosi feudi in ricompensa dei servizi prestati a persone distintesi nel corso della guerra o a persone a lui fedeli. Già dal 1323 (5 luglio) l’infante don Alfonso, in virtù dei poteri conferitigli da suo padre il re d’Aragona, concedeva, secondo il costume d’Italia, un feudo ad Ugone il Giudicato di Arborea.
Nel 1335 in Sardegna si istituivano 38 grandi feudi, legati a compensi militari che giovavano alla Corona d’Aragona. I feudatari rappresentavano una classe sicura per il controllo e la difesa dell’Isola.
Il villaggio di Nureci unitamente ad Asuni ed Assolo del dipartimento di parte Valenza, fin dal 1325 era in possesso della famiglia catalana dei Boixadors (Bernardo fu anche Grande inquisitore di Sardegna), detti villaggi intorno al castello di Senis, fino ad allora, formavano un baluardo del giudicato arborense ormai espugnato dagli spagnoli.
Il 12 gennaio 1388 i rappresentanti dei singoli villaggi della Curatoria di parte Valenza firmavano il trattato di pace conseguito fra Eleonora d’Arborea e il re Giovanni d’Aragona. Per Nureci firmavano: Simeone Furca, majore de villa, Deodato Furcha, Arsoco Betiu, Joanne de Ala, Laorencio Betiu, Ispero Cede, tutti giurati, quindi Matheo de Pira, Francisco Meli, Agustino de Ala, Barisono Barca, Petro Pisano, Mariano Lussio e Petro Paderi, abitanti presso la villa.

Nel 1421 le ville di Nureci e di Asuni vengono vendute da Bernardo Boixadors ad Antonio de Sena;
Nel 1453 Pietro Joffrè acquista le Ville di Nureci, Asuni e Genadas con atto sub conditionem dal De Sena;
Nel 1469 dette Ville vengono restituite a Giovanni de Sena figlio di Antonio; 
Nel 1477 il feudo venne confiscato dal re per delitto di fellonia o tradimento;
Il re Ferdinando d’Aragona autorizzava il duca Enrico Enriquez, zio del re Giovanni, a ottenere il riscatto dei villaggi di Nureci, Asuni e Genadas, per unirli al feudo di Laconi il 10 novembre 1479;
Il 13 febbraio 1699, don Felice Nyn y Manca barone di Senis, otteneva il riconoscimento della signoria di Asuni e Nureci con possibilità di unire i due villaggi al feudo di Senis;
Don Ferdinando Nyn successore di Felice e Conte del Castyllo di Senis il 10 ottobre 1749, vendeva a Michele Ghillini, nobile Cagliaritano ma di origine piemontese, i villaggi di Asuni e Nureci, che successivamente li rivendeva il 23 marzo 1753 a Guglielmo Touffan, ricco mercante di Marsiglia con ambizioni di nobiltà. Tale acquisto venne perfezionato il 26 settembre 1759, quando Guglielmo Touffan ottenne la nobiltà, il cavalierato e il titolo comitale di Nureci e Asuni. I suoi eredi manterranno il feudo fino alla abolizione del feudalesimo in tutta la Sardegna con carta reale di Carlo Alberto di Savoia, liquidando ad Agostino Touffan il 4 giugno 1839, una rendita annua di £. 1611.16,3 per la durata di 20 anni e pagata con cedole del debito pubblico dalla Regio Fisco.

"di Arch. J. Pierino Porru"

Ultimo aggiornamento

Lunedi 22 Agosto 2022